venerdì 7 maggio 2010

COSA VOGLIO DI PIU'


Posso dirlo?A me questo ultimo film di Soldini ha lasciato un po'd'amaro in bocca,un filo di delusione.Sarà perchè ho sempre amato il suo cinema,sarà che per me ha un modo tutto suo di narrare trasversalmente le storie d'amore,sono andato al cinema con molte aspettative che in parte sono rimaste deluse.Non del tutto però perchè non nego al film una sua piacevolezza,se vogliamo leggera ma indubbia.Del resto Soldini è grande illustratore di scorci urbani che a prima vista hanno ben poco di cinematografico.Veniamo ai nodi:credo che in tutto il cinema di Soldini ci sia una capacità non comune di narrare le sfumature,di colorare gli up and downs di una normale storia d'amore basata sui piccoli gesti,quasi insignificanti,c'è sempre un modo gentile,quasi naturale per incominciare una conoscenza tra due anime sole e poi eventualmente qualcosa d'altro,di più profondo.Qui invece il passaggio da due anime prigioniere di un matrimonio con figli e di una convivenza che non soddisfa entrambi ,a protagonisti di una focosa relazione è quasi brutale.Sicuramente irrituale per non dire oltre i limiti della credibilità:un approccio negativo,una mezza parola e da lì chissà perchè l'invito per un caffè e un numero di telefono segnato a penna su un biglietto da visita.Credo che nelle storie d'amore raccontate dal regista milanese sia importante soprattutto il momento del passaggio da una sorta di indifferenza reciproca a qualcosa di più profondo.E'il periodo dell'inizio della storia ,quando ancora non si programma nulla,quando si vagheggia una relazione e si idealizza il partner.O forse ancora prima quando ancora non si ha la consapevolezza di avere un partner.Il periodo di avvicinamento tra i due futuri partner,l'approfondire la conoscenza,il passare da un semplice gradimento fisico a qualcosa di ben più pregnante.Nella storia tra Anna e Domenico tutto questo è saltato a piè pari.Dopo un paio di tentativi grotteschi andati a vuoto si passa subito all'albergo ad ore per liberare i propri istinti repressi,per dare sfogo alla propria animalesca voglia di accoppiarsi,di unire i propri corpi.E il film vive contrapponendo questa animalesca attività sessuale del mercoledì salvo complicazioni(un pò come in Intimacy di Chèreau),una sorta di evasione dal mondo reale per isolarsi in un limbo di luci soffuse,specchi,Jacuzzi e 50 euro ogni 4 ore,alla schiacciante routine quotidiana fatta di lavoro,di difficoltà economiche e di difficoltà relazionali con moglie,convivente e rispettive famiglie.Come detto da altri è narrato un amore proletario ai tempi della crisi che tutto soverchia.Se devo dire la mia impressione credo che Soldini abbia trattato molto meglio il personaggio di Anna che quello di Domenico:la Rohrwacher ha modo di esprimere al suo meglio tutto il suo bagaglio di nevrosi,di gesti simil adolescenziali,di increspature,insicurezze e scarti umorali che me l'hanno fatta apprezzare anche in altri film in cui ha recitato.Il personaggio recitato da Favino appare decisamente monodimensionale,poco sfumato e approfondito,prigioniero del proprio testosterone più che innamorato,orgoglioso portatore sano di glutei marmorei come è marmoreo il suo modo di recitare:discutendone con una mia amica lei mi ha detto che lo aveva visto amante molto più appassionato(e ricco di sfumature) in Saturno Contro e ho dovuto darle ragione.Mi hanno convinto poco anche gli snodi narrativi:bella la suddivisione apparentemente in vari capitoli con delle schermate nere ma a parte questo sembra troppo facile il loro modo di iniziare una storia così come appare poco armonioso il raccordo che porta da una quasi rissa in strada alla passeggiata mano nella mano a Tunisi,lontano da tutto e da tutti.Lui incline a godersi l'ebbrezza dell'attimo,lei sempre propensa a farsi domande su possibili conseguenze dei loro gesti e sulla nebulosità del domani per la loro storia.Sembrano già lontani i tempi in cui lei fissava di nascosto il telefonino per scoprire se lui le aveva inviato un messaggio.Al ritorno la consapevolezza.Una cosa che ho trovato curiosa è che normalmente quando si parla di storie adulterine si tende sempre a parteggiare per coloro che subiscono questa ingiuria:in questo film di Soldini c'è una sorta di processo o di tentativo di giustificazione del loro adulterio quasi come un anelito,un ultima occasione per ritornare a respirare:lui deve fuggire da una moglie nevrastenica,lei da una relazione con un uomo con cui non sembra condividere nulla.A parte questo Cosavogliodipiù nonostante le due ore abbondanti scorre via rapido e indolore nel suo minimalismo proletar-chic.Credo che molto del gradimento che riceverà sarà dovuto all'identificazione o meno del pubblico con le varie storie narrate:storie normali,vissute da persone esattamente nella norma inserite in un tessuto sociale che sta vivendo una forte crisi economica.C'è chi si identificherà con l'adultero/a per necessità,chi nei cosiddetti cornificati,chi nel coro di amici che fa loro da cornice.Perchè,come affermava il titolo di un vecchio film con Valeria Bruni Tedeschi,le persone normali non hanno nulla di eccezionale.....

VOTO:6,5/10

2 commenti:

  1. Confesso che anche a me lascia un pochetto l'amaro in bocca, c'è poca profondità nella storia d'amore, hai ragione e c'è troppo animalismo, forse era l'intento di Soldini?Bah

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  2. boh secondo me Soldini è adatto a storie più intimiste di questa...

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