Credo che in tutta la vicenda che ruota attorno a questo film ci sia un ironia quasi macabra.Naturalmente parlo della vicenda privata di Polanski che al contrario di Adam Lang in America non può mettere piede(mentre Lang vi si vorrebbe rifugiare per non essere estradato) e anche perchè si parla del cosiddetto ghost writer,lo scrittore fatasma che sta dietro ai libri pubblicati della gente che i libri non li sa scrivere.Lui è praticamente diventato un ghost director,confinato come è nel suo chalet svizzero ad alta quota da cui non può uscire,gabbia dorata quasi come quella dell'ex premier nel film.E iintanto questa sua ultim opera ha fatto incetta di premi.Molti hanno parlato di analogie con Hitchcock.Credo anche io che ce ne siano ma non mi sembrano così fondamentali.E'vero che tutti i personaggi di questo film hanno qualcosa da nacondere,è vero anche che il ghost writer si trova al centro di qualcosa troppo grande per lui(come era troppo grande per chi lo aveva preceduto) ma credo che le analogie si fermino qui,a parte magari qualche dettaglio secondario.Ad esempio mentre Hitchcock era solito usare una fotografia ricca di colori saturi,la fotografia di The ghost writer è totalmente desaturata privilegiando i toni spenti e metallici.E non è una differenza da poco.Cambia tutta l'atmosfera,si respira la paranoia a pieni polmoni A mio parere il pregio più grande di questo film è che è senza tempo.A parte i telefonini ,il notebook ,internet e le automobili al passo con la modernità è un film ambientato per la maggior parte in un isola fuori dal tempo e totalmente isolata in una casa bunker dalle geometrie lineari,dall'aspetto asettico oppure in esterni piovosi e solitari.Se non fosse perchè viene chiaramente accennato alla guerra dell'Iraq e alla difesa dei diritti umani,il plot si adatterebbe benissimo anche in contesti storici diversi.E'un film che a mio parere rinnova le suggestioni dei film figli dell'angustia postkennedyana.A me ha ricordato moltissimo il bel flm di Pakula Perchè un assassinio.Stessi poteri forti come diretta emanazione del male,stessa progressiva presa di coscienza di un mondo circostante che non è quello che sembra.Il ghost writer di questo film ha la colpa di farsi troppe domande,ha la colpa di cercare il perchè dei fatti accaduti prima del suo arrivo.Ha la colpa di scoprire la reale portata di quello che è accaduto.Ma è solo una pedina,inconsapevole, come tale va trattata.Polanski è ritornato alla sua forma migliore dopo la ricerca lirica del precedente Oliver Twist.E'ritornato al suo stile magnetico,pochi movimenti di macchina,i segni dell'inquietudine sparsi a poco a poco,l'intrigo che si svela gradualmente agli occhi dello spettatore tenendolo sulle spine per oltre due ore.Un film dalla tenuta narrativa eccellente,sorretto sulla recitazione di ottimi attori(e tutti con le faccce giuste) e molto più politico di quanto si sottolinei.Perchè tutti hanno affermato che Adam Lang è identificabile con Tony Blair e nessuno ha citato la connivenza degli Usa e ei loro servizi con le presunte violzioni di cui è accusato nel film l'ex premier.The ghost writer è un film orgogliosamente retrò che ha pochi analoghi nel cinema di questi anni stritolato da montaggi iperframmentati e ritmi forsennati.E'un film di scrittura e di personaggi oltre che di tempi dialtati e raccordi sempre armoniosi.Nulla di simile nel cinema di questo ultimo periodo e già qusta è un'ottima ragione per andarlo a vedere.Forse il film di questi ultimi anni che idealmente gli si avvicina di più è l'anomalo Michael Clayton,anche quello orgogliosamente figlio di un altro tempo...
VOTO:8
lunedì 19 aprile 2010
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