martedì 16 febbraio 2010

AHAB-THE DIVINITY OF OCEANS


Prima di comprare questo cd non conoscevo gli Ahab se non per qualche breve ascolto rubato su YouTube,qualche loro esibizione dal vivo addirittura in terra americana.E in rete il loro nome circola sempre più e viene visto sempre con maggioir favore.Così, incuriosito,ho pensato di ordinarlo.Anche perchè qui nella zona dove vivo avere un disco del genere è pura utopia.Dopo averlo atteso per una settimana ce l'ho tra le mani e non nascondo la mia impazienza per aprirlo e ascoltarlo.Partiamo dalla copertina che è bellissima.E' un quadro che si chiama Le Radeau De La Meduse ed è un dipinto di Theodore Gericault.In basso a destra c'è un adesivo circolare in cui c'è scritto NAUTIK FUNERAL DOOM.L'etichetta alla loro musica creata dagli stessi ragazzi provenienti da Monaco di Baviera.Sinceramente all'inizio sono scettico di questa etichetta perchè in fondo ritengo il funeral doom genere abbastanza conservativo e poco consono alle variazioni,ma stavolta mi sbaglio hanno ragione loro.Quelle tre paroline rendono perfettamente l'idea del monolite sulfureo fumante che è racchiuso in questo dischetto.I brani sono 6,la durata complessiva è di oltre 67 minuti,più di 10 minuti a brano.E già da questo si comprende come The Divinity Of Oceans non sia un disco da ascoltare così, tanto per farlo.Per riuscire a capire tutte le finezze contenute bisogna ascoltarlo più volte,ogni volta avrà qualcosa di nuovo che sorprenderà.In questo senso è un disco molto profondo che cresce ascolto dopo ascolto.La matrice è quella del funeral doom,genere in cui non sono tanto esperto ma mi ricordano qualcosa degli Evoken o dei Funeral.Nelle parti più dinamiche mi ricordano i My Dying Bride più oscuri e tenebrosi.C'è anche una forte matrice death metal che si sente in alcuni brani,tipo l'ultima parte di O Father Sea,costruita su un riff portante veramente assassino ,la ricerca melodica in Redemption Lost(naturalmente sempre in ambito estremo) o gli arpeggi delicati di Nickerson's Theme che decorano l'inizio del brano prima di trasformarsi in qualcosa di meno delicato e molto più oscuro.Ma citazioni vanno fatte anche per l'ottima title track e per il brano d'apertura Yet Another Raft Of The Medusa(Pollard's Weakness) che sono due brani complessi e cangianti.Gli Ahab cercano di inserire parti più melodiche nella loro musica rendendola decisamente più fruibile ma non dobbaimo dimenticare il genere di partenza.Interessante notare anche l'importanza limitata che viene data alla tastiera molto usata in campo funeral per accrescere il pathos .La loro casa discografica,la meritoria Napalm records,etichetta austriaca,parla di versione slow di grossi calibri tipo Morbid Angel o Carcass.Beh ,io i Carcass proprio non ce li sento ma l'accostamento all'angelo morboso della Florida non mi sembra così azzardato....

VOTO 8/10